Accogliere persone immigrate e rifugiate provenienti dai quattro angoli del mondo non significa solo offrire del cibo, un tetto e una visita medica.

Significa entrare in relazione, andare oltre l’emergenza. Incontrare le loro storie, osservare con attenzione e curiosità la loro cultura, la loro spiritualità. E ricordarsi che questi uomini, queste giovani madri coi loro figli, si lasciano alle spalle una vita terribile, fatta di guerre, di paura, di violenze. O anche solo di una inimmaginabile povertà.

E non vengono da noi solo per cercare un lavoro con cui guadagnarsi il pane: chiedono pace e una prospettiva di vita nuova, che gli permetta di riappropriarsi della loro dignità. Proprio come i ragazzi che accogliamo in Comunità.

Perciò la “ricetta” che in Collina osserviamo con i ragazzi, la pratichiamo anche con i migranti: dal 2007 gestiamo il Progetto Territoriale Sprar “Emilio Lussu”, finalizzato in particolare all’accoglienza e all’inclusione dei richiedenti asilo o dei titolari di protezione internazionale e umanitaria.

Il Progetto – primo del genere in Sardegna – è gestito in convenzione con la Provincia di Cagliari. Fa parte del Sistema nazionale di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), costituito dall’insieme dei comuni, delle cooperative e delle associazioni di tutto il territorio nazionale che offrono servizi di accoglienza e inclusione socio-lavorativa.

Il suo finanziamento arriva per l’80% dal Ministero dell’Interno e per il resto è finanziato dalla Provincia di Cagliari.

L’obiettivo principale del Progetto “Emilio Lussu” è accogliere le persone che scappano dalla guerra e dalle persecuzioni e offrire loro la possibilità di ricostruirsi qui una vita dignitosa. Questo significa non solo provvedere alle esigenze del quotidiano, ma accompagnarle in un percorso di autonomia a lungo termine.

Al progetto può aderire chi ha fatto domanda di protezione internazionale o chi è già titolare di protezione o permesso di soggiorno per motivi umanitari.

Gli ospiti vengono seguiti da una équipe multidisciplinare, composta da operatori della nostra Associazione (pedagogisti, sociologi, psicologi, legali) e da mediatori culturali messi a disposizione dalla Provincia di Cagliari.

Le persone che aderiscono al progetto firmano un accordo che permette loro di condividere e gestire piccoli appartamenti in città e di ricevere ogni settimana un sussidio per il vitto e le piccole spese personali. I nostri operatori provvedono invece alle medicine, al vestiario, alle esigenze domestiche, alle tessere per i mezzi di trasporto pubblici.

Chi aderisce si impegna a seguire corsi di lingua italiana, a cercare un lavoro o a seguire i tirocini formativi e i percorsi di formazione on the job in collaborazione con alcune aziende del territorio. Oltre a ciò riceve assistenza socio-sanitaria e burocratica nonché supporto linguistico, legale, culturale, psicologico.

Ecco, per noi, il significato di accoglienza integrata: non fornire solo assistenza materiale ma creare un percorso con cui le persone possano rendersi autonome e cominciare una nuova vita. I risultati non sono immediati, ma tra i ragazzi passati attraverso il progetto Sprar, molti sono riusciti a integrarsi perfettamente nella nostra terra.

L’inserimento nel progetto avviene attraverso il Servizio Centrale dello Sprar su segnalazione di:

  • Prefettura
  • Enti locali (appartenenti o meno alla rete Sprar)
  • Enti gestori dei progetti
  • Associazioni locali e nazionali