Molti ragazzi che violano la legge scontano con il carcere una responsabilità che non è tutta loro: sono stati privati del diritto all’educazione garantito dalla nostra Costituzione.

Spesso approdano all’emarginazione e alla devianza non solo perché crescono in contesti familiari e sociali segnati dal disagio, ma anche perché le istituzioni a carattere pedagogico (la scuola, l’associazionismo, le parrocchie, ecc.) sono venute meno alle responsabilità formative nei loro confronti.

Ma quello Stato che ha mancato al suo compito nella fase cruciale dello sviluppo di questi giovani, se ne rifà carico, almeno in parte, contribuendo al mantenimento degli “operatori di condivisione”, cioè quelle figure che, in Collina, svolgono il ruolo formativo e genitoriale negato ai ragazzi. La peculiarità di questo ruolo fa sì che gli operatori siano gli unici collaboratori della Collina retribuiti dallo Stato, per il tramite della Regione Sardegna.

Ma come ogni altro membro della Comunità, anche gli operatori destinano parte della loro retribuzione alle spese necessarie per la vita comunitaria e per la manutenzione ordinaria delle strutture.